L'Istituto IRIDE si evolve attraverso il change management

Intervista al Direttore Mauro Di Prete

Il change management è l’approccio con il quale si affronta una trasformazione di obiettivi aziendali, valori, procedure, tecnologie - mirato al cambiamento negli individui, nei gruppi, nelle organizzazioni e nelle società - che pilota la transizione dall’assetto corrente a un futuro assetto desiderato.

L’obiettivo finale di tale processo è un cambiamento efficace che supporti al meglio tutte le persone coinvolte. 

Ne abbiamo parlato con il Direttore Mauro Di Prete.

Cosa si intende per change management oggi e cosa rappresenta per un'impresa come Iride?

L’obiettivo che vogliamo raggiungere attraverso il change management è quello di determinare e conseguentemente implementare una nuova organizzazione che coinvolga un numero maggiore di figure alle quali viene assegnato un ruolo, un obiettivo e un modo di gestione al fine di far crescere la società e renderla più resiliente.

Il lavoro è mirato dunque al cambiamento e alla costruzione di un nuovo assetto aziendale. 

Puntiamo a definire e a supportare il significato e i criteri di determinazione della missione, della visione e del modello di business della società. Vogliamo un gruppo di professionisti che gestiscano la società secondo tale visione e che siano idonei a perseguire risultati e obiettivi del nostro modello di business (anche all’interno dei gruppi di lavoro). Inoltre, prevediamo di sviluppare un sistema di verifica e di rendicontazione delle prestazioni dei professionisti prescelti, così da individuare eventuali alternative di configurazione e governo delle attività nel caso in cui fosse evidente una carenza di risultati a seguito del processo di rendicontazione.

Come è iniziato questo processo di cambiamento e perchè è stato necessario?

Inizialmente sono stati definiti ruoli e responsabilità e, in conseguenza, sono state identificate le figure fondamentali per una conduzione più attuale e incisiva della società. 

Si è reso dunque necessario un piano di cambiamento per confermare o modificare l’organizzazione di base e assegnare le responsabilità a ogni persona individuata. Il piano ci è servito anche per delineare un calendario di sviluppo del cambiamento stesso, uno scadenzario realistico e affidabile di obiettivi da raggiungere, i budget per l’implementazione, un piano di contingenza in caso di ostacoli o ritardi.

Il passaggio successivo consiste nel coinvolgimento delle parti interessate partendo dai soggetti interni per arrivare poi a comunicare il cambiamento ai committenti, sia a scopo organizzativo che informativo.

Quale impostazione state dando al vostro nuovo assetto e a che punto siete?

Il nuovo assetto prevede una struttura per unità: innanzitutto, due macro unità gestionali e funzionali.
Le unità gestionali sono: direzione amministrativa, direzione tecnica e commerciale e direzione delle risorse (umane e materiali). Le unità funzionali sono rappresentate dalle 5 Business Unit: opere strategiche, infrastrutture, energia, ferrovie, monitoraggio.

All’interno di tale organizzazione sono state poi definite alcune figure: responsabile di Business Unit, project manager, assistente al PM, specialisti interni, supporto operativo – tecnici, specialisti esterni.

Abbiamo sviluppato la struttura rintracciando le risorse attraverso un’attenta analisi delle competenze, mentre ora stiamo individuando i “mansionari”.

Attraverso tale disposizione vengono date indicazioni su come supportare i collaboratori per gestire la transizione e acquisire le informazioni essenziali per garantire l’adattamento delle competenze al nuovo modello di lavoro: i mansionari avranno l’incarico di fornire indicazioni e schemi per lo sviluppo delle attività e per chiarire ruoli e compiti a tutte le figure professionali.
Se necessario, lanceremo anche un programma di formazione per l’inserimento dei diversi collaboratori.

Stiamo poi lavorando per rendere più efficace la comunicazione verso l’esterno, con un programma indirizzato anche all’individuazione degli stakeholder da coinvolgere. Vogliamo comunicare il cambiamento di IRIDE come una nostra volontà di sviluppo e di consolidamento nel panorama dell’ingegneria italiana. 

Stiamo infine monitorando i progressi del cambiamento per applicare eventuali modifiche in corso d’opera grazie anche ai feedback ricevuti, sia da parte della struttura sia, soprattutto, degli stakeholder esterni.

Quali vantaggi e quali prospettive vi aspettate da questo cambio di marcia?

Soci e principali attori hanno valutato attentamente l’andamento del change management di IRIDE. L’anno prossimo l’Istituto festeggerà i suoi primi 20 anni di attività, con l’obiettivo di continuare ancora a lungo il percorso intrapreso. 

La Michigan State University ha definito la gestione del cambiamento come "il coordinamento di un periodo strutturato di transizione dalla situazione A alla situazione B al fine di ottenere un cambiamento duraturo all'interno di un'organizzazione". Allo stesso modo, il Change Management Learning Center definisce la gestione del cambiamento come "il processo, gli strumenti e le tecniche per gestire il lato umano del cambiamento aziendale per ottenere il risultato aziendale richiesto e realizzare tale cambiamento aziendale in modo efficace all'interno dell'infrastruttura sociale del posto di lavoro". Sono proprio questi i nostri obiettivi.

IRIDE nasce dall’intuizione di due amici, ma ha gradualmente cambiato pelle nel corso degli anni grazie all’arrivo di altri ottimi professionisti. Vorrei citare Valerio Veraldi, che ha superato i 10 anni di collaborazione con l’Istituto ed è stato inserito nell’organico di direzione come Direttore Tecnico e Amministratore, ma anche i responsabili delle Business Unit che sono state strutturate proprio in questo progetto di sviluppo: Antonella Santilli (BU Infrastrutture), Federica Sordello (BU Energia) e Daniela Silvestre (BU Progetti Strategici) e, per gli aspetti amministrativi, Alessio Di Prete, a maggior continuità dell’iniziativa del socio fondatore.

Tutti insieme stiamo lavorando per gestire il cambiamento verso una società gestita da una pluralità di soggetti con l’obiettivo di guardare al futuro.

Ringrazio l’ingegner Claudio Lauri che con una sua intuizione ha dato il via al processo. C’è ancora molto da lavorare ma l’Istituto ha ormai iniziato il suo percorso di crescita ed evoluzione puntando a un’efficacia ancora maggiore sia nelle proprie attività attuali sia in quelle che verranno.